Biografia
Paolo Mezzadri: classe ’66, Cremona. Dopo una lunga esperienza lavorativa nell’azienda di famiglia, nel 2010 decide di intraprendere un percorso nuovo e sicuramente molto creativo ed apre prima MyLab Design ed in seguito Metallifilati.
Come recita il nome stesso dell’azienda ” il sogno” è di poter realizzare, vivere e condividere emozioni partendo dalla semplicità del gesto… il gesto di un laboratorio mentale (e non solo), dove provare, sperimentare, incontrare ed attraversare elementi concreti con elementi assolutamente visionari. Partecipa ad Euroflora e al Salone Nautico di Genova con elementi d’arredo ed oggettistica, al MACEF, al Fuorisalone di Milano e ad Home Garden di Milano, con oggetti che si caratterizzano per varietà di proposta.
Realizza per il gruppo IMPREGILO, il segnalibro in occasione della presentazione del tracciato della nuova tangenziale esterna di Milano; ha esposto a Febbraio 2012 all’evento “Arte Cremona”, nel 2013 alla manifestazione “Arte Piacenza” e ultimamente alla mostra di “Arte Accessibile” di Milano.
Ha collaborato con il comune di Paratico e i suoi “Giocolieri” ora arredano lo splendido lungo lago. Nel novembre 2014 si è tenuta la sua prima mostra personale negli spazi della Fondazione San Domenico di Crema.
Dal 1 maggio al 18 ottobre 2015 partecipa a Summer Art, presso il JW Mariott Venice Resort & Spa sull’Isola delle Ros,e nella laguna di San Marco a Venezia – Progetto Venezia 2015: Sculture nel Parco (mostra collettiva).
Paolo Mezzadri ha partecipato con alcune opere all’VIII Biennale di Soncino, dal 29 agosto al 20 settembre 2015.
Le sue opere sono esposte in modo permanente negli spazi di una vecchia Filanda a Soresina (Cr).
Dal 10 Ottobre all’8 Novembre 2015 ha partecipato alla mostra Real Visuali a Savona.
Dal 3 al 15 Dicembre 2015 ad URBAN HUB COLLECTIVE : “Please leave your world here” alla Fabbrica del Vapore, a Milano.
Dal 12 al 14 Marzo 2016 ad ARTE Cremona, fiera d’arte contemporanea e moderna
Dal 22 al 30 Ottobre 2016, “Situazioni Contemporanee”, a Villa Tasca, Brembate (Bg)
Dal 26 Ottobre al 28 Novembre 2016, “Talk is Cheap”, presso Spaziocorsocomo9, a Milano.
Dal 11 al 13 Marzo 2017, “Arte Cremona 2017”.
Sarà presente alla Biennale di Soncino anche per il 2017, la IX edizione.
Recensione
Il punto di partenza è il ferro: la sua origine e la sua storia, personale e artistica. La forza è il punto d’arrivo: in mezzo forme piegate, contorte, tagliate, concave e convesse, levigate o arrugginite. Paolo Mezzadri è attratto dallo “sbaglio di natura” per dirla con Montale, da quell’anello che non tiene e che fa andare oltre, fa scoprire ciò che la materia tiene tutto per sé e svela solo ai più attenti, ai curiosi, a chi non teme la rivelazione.
Le lettere: facile chiamarle lettere, facile pensare che siano solo parti di un codice comunicativo. Chi lo dice che le lettere dell’alfabeto sappiano sempre cosa dire? Si aggrovigliano, a volte, le lettere dell’alfabeto: dentro di noi, nella nostra testa, nel nostro cuore e vorrebbero dire ma non ci riescono, perchè spesso quello che hai dentro è così urgente che vorrebbe uscire tutto insieme e allora le lettere non fanno in tempo a scrivere, a scriversi… Le lettere di Paolo Mezzadri spesso sono in caduta libera o si aggrovigliano o sono inscritte in squadrati cubi assemblati in un’installazione che parla di esami, della sensazione di essere sempre sotto esame e di non voler più stare a questo gioco disumano del “chi è il più bravo”.
E allora si urla: quando non se ne può più, si urla da un megafono tutto ciò che si ha in corpo e l’urlo si deposita e si deforma, anzi si fa forma, contorta, piegata dall’urto/urlo, dolore che diventa solido, voce che si fa ferro e che si piega con la stessa forza di un enorme pugno nello stomaco. Perchè spesso l’urlo, per farsi sentire, davvero, prima deve farsi vedere, deve rendersi tattile, deve fare male, deve essere fisico, deve farsi materia e poi farsi sentire, in un paradossale gioco sinestetico.
E solo quando l’urlo si è fatto vista e udito insieme, quando ha dato sfogo a tutta la sua fisicità, solo allora l’urgenza espressiva lascia il posto alla sedimentazione, all’ironia affilata, al rasentato, garbato sarcasmo degli omini in scalata, delle forme umane che a fatica cercano di alzarsi e camminare su una superficie che sembra trattenerle. Essi sono la riflessione su ciò che siamo, urli a parte. Trappole intrappolate in una società che ci pone costantemente sotto esame, che ci vuole rampanti, poco importa se baroni o no, e che ci riduce a fragili esseri informi nel magma dei nostri stessi pregiudizi, ironicamente leggeri nella nostra scalata, altrettanto ironicamente in equilibrio instabile nella nostra imminente, rovinosa caduta.
E’ uno sguardo disincantato sulla realtà, sul nostro frenetico arrabattarci che ci fa perdere continuamente tempo, che non ci fa vivere il presente presi come siamo dall’ansia per il nostro futuro; uno sguardo ironico e benevolo su quell’esserino piccolo piccolo che è l’uomo per cui Mezzadri nutre il più grande, smisurato amore.
Donatella Migliore